Elettricità

Giacomo prega sempre che sua moglie guarisca. Il prete di Sant’Eustorgio è abbastanza innovativo e ha proposto questa cosa che alla preghiera dei fedeli il chierichetto giri per i banconi con il microfono wireless, se hai la forza lo fermi e dici la tua preghiera. “Ascoltaci o signore”. Ecco, Giacomo ogni santa domenica alla messa delle diciassette prende il microfono e chiede che il Signore aiuti sua moglie e tutti i malati. Davanti a lui il coro un po’ ridicolo composto da una signora microfonata e tinta, una signora chitarrista nello Spirito del Concilio e un organista che forse rimpiange i tempi in cui si cantava in latino. Il suono dell’organo copre completamente l’acustica quando il signor organista spinge le sue dita rugose sui tasti ingialliti. Ha la stessa età di Giacomo, che anche ‘stavolta prega per sua moglie e incessantemente spera che guarisca. Incessantemente e contro ogni probabilità. Il giovane curato lo guarda con tenerezza e forse pensa: “Ma sì, c’è spazio anche per questa devozione fiabesca e semplice, fatta di favole e polenta”. La messa finisce e pian piano i fedeli (esattamente diciotto) se ne escono. In quattro si fermano a salutare il prete. Fuori piove.

Amanda viene stuprata ogni giorno dal padre, ha sedici anni e vive in cantina. La sua faccia di tre anni fa è appesa in un angolo dell’aeroporto, a fianco c’è una ricostruzione digitale di come potrebbe essere adesso. Ma è diversissima, in cantina. La sua storia per il mondo fuori è finita quando non si trovava più il Turco visto con una ragazzina di fattezze tedesche alla stazione ferroviaria. Non c’entra nulla, è il padre che la tiene in cantina, ma nessuno lo sa. Solo lei. Ogni sera piangendo chiede di essere libera. Non lo chiede a Dio, Dio non esiste. Sa benissimo che non servirà a niente, ma lo chiede al pavimento sporco e al profumatore ambientale. C’è quell’odore di fragola che fa venire da vomitare, non c’è Dio.

Il diciannove Ottobre Giacomo va a messa. Prende il microfono, dice la sua preghiera solita, ma non ha il tempo di finire “Ascoltaci o Signore”, perché il microfono fischia e non funziona più. Le candele elettriche di Sant’Eustorgio si spengono. La Messa è finita al lume del cero pasquale e fuori è tutto buio, ma c’è come una bellissima aurora boreale. Tutti i diciotto fedeli guardano stupefatti. Un’aurora boreale a Milano. Nessuna elettricità, ma quella cosa lì nel cielo. Le parole “tempesta magnetica solare” vibrano nella mente di Giacomo tornando a casa e vedendo che la macchina che tiene in vita sua moglie è spenta. L’accumulatore energetico spento, la batteria di riserva spenta, tutto l’emisfero nord è spento. Come sua moglie. S’inginocchia al letto e piange e il silenzio paradossale della città gli porta una strana forma di condoglianza. Lei è lì ed è come la città: bella e buia. All’inizio Giacomo maledirà la tempesta magnetica solare.

Nello stesso momento il padre di Amanda non la trova più. Senza elettricità non si vede in cantina. Urla. Lei è già lontana e qualche poliziotto sta informando i giornali locali, senza corrente ancora per qualche ora. Poi il mondo saprà.

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