Non verrà più

Non verrà più, ora lo so…

Forse lo sapevo anche prima, ma che importa?
Nulla, assolutamente nulla.
Cosa mi aspettavo? Una vita a sperare, attendere, talvolta rincorrere.
A pensarci non poteva finire che così.
Devo dire che non mi dispiace, non più di tanto almeno; questa panchina era scomoda, quando sono arrivato, ma ora quel fastidio è come un ricordo di quand’ ero fanciullo, e a ricordarlo mi vien da sorridere.
Il sole, la brezza, persino le piccole insulse api che si posano sulle bianche margherite… un tempo mi sarei chiesto da dove venivano.
Ora lo so, lo so… eppure non mi importa.
A cosa serve sentirsi poeta?
Il mio verso è nel canto dell’ allodola, nel verde del trifoglio.
Una volta colto perde il suo nome, diventa altra cosa e scompare, semplicemente scompare.

Lei non verrà più…

A lungo l’ ho aspettata, mai lei non verrà.
Chissà se avrebbe cambiato qualcosa. Magari anche pochissimo, impercettibilmente… mi sarebbe bastato.
Mi sarebbe piaciuto sentire qualcosa di diverso dalla mia voce, dai miei pensieri; e invece non ho fatto altro che perdermi nelle mie passeggiate ontologiche, ho vissuto solo eroici passati e futuri utopici.
Mi sarebbe piaciuto conoscere un’ po’ di presente.
E invece ho passato il tempo a chiedere il permesso, sono a stato a bussare alla porta, attendendo la risposta. Non sono mai entrato.
Si può dire di aver perso qualcosa che non si è mai avuto? No, non credo.
Ma allora cos’ è, cos’ è questo strappo? Cos’ è che mi è stato rubato, cos’ è che non avrò mai?
Una parola che non conosco, un segreto che non ho svelato.
Ma questa sensazione, fedele compagna che chiamo solitudine, ormai non brucia più, s’ è fatta tenue, lieve, forse malinconica.
Ti ringrazio, solitudine.

Non verrai più…

La medicina ormai dovrebbe aver avuto effetto.
Con due bustine si dorme per ore. Con dieci non ci si sveglia mai più.
Almeno ho avuto il tempo di riflettere; è stato un’ po’ come quando si va a dormire e prima di addormentarsi si pensa a come è andata la giornata.
Questa volta mi serviva più tempo.
È strano andarsene… così, senza rumore, soli.
Senza nessuno a cui poter dire addio.
Parole, solo parole.
Maschere, volti. Sorrisi. Davvero troppo pochi.
Vorrei aver delle lacrime, un ricordo da portare con me.
Vorrei un bacio, una carezza.
Vorrei amare…
Ho vissuto?
È scomparsa l’ allodola… se ne è andato il trifoglio… non c’è più la panchina… il sole…
…Se solo ci fossi…
…Perdonami…

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