Fuori piove quasi sempre in questi casi. Aggiorni la pagina di tumblr e ti metti a studiare. E dire che ‘stamattina sembrava ci fosse il sole. Giù dal terrazzo passano sette piani di terrazzi equidistanti, sotto ci sono le solite macchine sibilanti e un tizio che cammina sul marciapiedi davanti al portone. Tutte queste cose ti arrivano alle orecchie in ordine sparso con il vento tra i rami che a maggio quasi si erano abituati al caldino. Mite entra una luce bianca bianca che illumina la stanza in modo così omogeneo che si muore: qui non ci sono ombre, solo sagome sfumate sul parquet. Come te che ti pieghi all’indietro tendendo le braccia e inclinando la sedia: lo chiamano stiracchiarsi, ma visto da fuori, dalla linea di simmetria della finestra sul terrazzo, si nota tutta una precisione, un passo di danza, quasi. Orfeo ed Euridice. Almeno prova a leggere.

Egli canta sì bene ch’i sassi danzano, un dì di lei s’infatua, sposa la conduce all’altare, cantano, danzano, sono felici sino a che ella inciampa in una serpe e, avvelenata, muore. Nella tua mente adesso ci sono delle polaroid, o comunque delle foto effetto vintage, di boschi e ragazze che sorridono porgendo la mano al fotografo. Ora prati e tramonti e lo sfondo di Windows XP e un cimitero, tutto in cross process. Lei defunta, da lui viene pianta e disperatamente procacciata sino all’Ade. Agli inferi la trova, canta ancora e ottiene di condurla con sé, pattuito che non si volti a guardarla prima di rinvenire alla luce del sole. Ma, lasso, egli sciaguratamente si volta proprio sulla soglia e lei scompare per sempre.

Alzi lo sguardo, perché fa freddo? Ti volti immobile a quelle nuvole tutte bianche tutte uguali, più chiare in lontananza. Apri la finestra, perché tremi? Sotto ancora le macchine, sulla scrivania un libro aperto: lo guardi ancora, sei accovacciata sul davanzale, ti lasci andare, senza saltare, stringi i denti, senza gridare. Perché si è voltato?