La città del male | Parte 1: Giustizia e giustizieri

“Gli scarafaggi odiano la luce… ne sono attratti ma la odiano.

La odiano perché sanno che è la loro rovina.

Gli vanno incontro e muoiono.

Vivono senza che nessuno lo sappia.

Muoiono e non sanno nemmeno perché.

L’unica cosa di cui si preoccupano è non essere schiacciati.

Per questo si rintanano nelle tenebre e aspettano la luce.

L’oscurità è il loro elemento, la loro sorgente di vita.

Tuttavia non possono fare a meno della luce, non possono fare a meno di cercarla.

E non appena escono dal buio, solo allora puoi vederli nei loro gusci vuoti, nel loro aspetto ripugnante, nella loro inutile esistenza.

Disgustosi, assolutamente disgustosi, fatti solo per essere schiacciati.

Devono essere schiacciati!

E difatti è così che muoiono.

Nessuno sa perché escano alla luce…

Nessuno sa che cosa facciano nelle tenebre… forse piangono.

Forse escono alla luce proprio per morire, perché non ne possono più.

Forse cercano solo un gesto di pietà.

Forse vogliono solo un’ po’ di redenzione.

 

In fondo li capisco, anch’io sono un’ po’ così.

Di giorno tremo, di notte piango.

IL resto del tempo non posso fare a meno di odiare.

Odio il mondo crudele.

Odio il rozzo contadino. Odio il nobile vigliacco.

Odio il negro, lo yankee, l’indiano e l’europeo; odierei anche l’asiatico, se ne avessi mai visto uno.

Odio il sole e la luna. Odio il fiume e il deserto. Odio la legge.

Odio mio fratello!

Odio mio padre!

Odio me stesso!

E odio Dio!

 

Odio perché non so fare altro, perché amare è semplicemente assurdo;

come si può amare qualcosa che è destinato a scomparire?

 

Odio per sentirmi vivo.

A Waco fa un caldo terrificante perchè splende sempre il sole, sempre e continuamente; sembra che stia lì a ridere, a sbeffeggiarti. Sembra che guardi proprio te.

Invece tu per lui non sei altro che un giocattolo: vuole vedere quanto ci metti per romperti.

Nel deserto il sole è un giustiziere implacabile, non risparmia nessuno e nessuno può sfuggire al suo dominio.

Waco è un villaggio veramente orribile. Non ci vivrebbe un cane.

Una ventina di case, un emporio, due locande di pessima qualità.

Un fatiscente buco di mondo in mezzo al deserto del New Mexico, costruzioni diroccate che si affacciano su un’ unica, piccola strada.

Gli abitanti sono pochi e disillusi, rottami usati dalla società e relegati al confine di un territorio di Ramah Navajos, luridi indiani.

Uomini che hanno già dato tutto quello che potevano, uomini inutili, lasciati a se stessi e allo scorrere del tempo: giovani scappati di casa, vecchi ranger in pensione, puttane rinnegate e talvolta anche criminali da giudicare.

Ma i criminali che arrivano vengono qui solo per essere impiccati, perché il giudice Lovejoy è molto rigoroso in fatto di legge.

E poi nessuno vede di buon occhio un morto al cappio in una città per bene. Qui invece è una goduria, un vero spasso!

Tutti vanno a vedere le pubbliche esecuzioni; non vanno per piangere né per consolare.

Vanno lì per dimenticare.

Per dimenticare lo schifo che hanno di sé stessi, per imprecare, schiamazzare e insultare.

Vanno lì per odiare ed alimentare il loro rancore.

Vanno lì perché quella è l’unica cosa che li mantenga in vita.

Ma alla lunga anche questo sistema non funziona; se alcuni dimenticano, altri ricordano le loro vite di una volta in qualche città del Nord, quando erano meno soli, meno infelici, meno meschini.

I suicidi non sono infrequenti, qui a Waco.

Ma per fortuna esistono molte persone disperate a questo mondo.

Indi per cui abbiamo sempre un ricambio, qui a Waco.

 

Non sono mostri, almeno non penso.

Anzi credo che siano assolutamente umani.

Il loro è un puro istinto di sopravvivenza.

Non sono tutti così fortunati da avere fiducia in Dio!

Se hai conosciuto il disprezzo, l’amore non può essere altro che una favola, un racconto per bambini e illusi… un ricordo lontano…

 

Pensate mai a come nasca il Male? A quale sia la sua origine?

 

Quand’ero piccolo mio padre aveva un cane, un cane nudo messicano di nome Terry, credo l’avesse rubato a un ranchero.

Era davvero affettuoso Terry, giocava spesso con me… ma mio padre preferiva le indoli forti.

Lo addestrò a carne rancida e vergate, per farne un cane da guardia.

E il cane stava lì, occhi fissi e sgranati, a guardare e subire, finché a poco a poco si dimenticò come giocavamo… e quando provavo ad accarezzarlo, si ritraeva e ringhiava.

Quando mio padre lo credette pronto, lo portò in giardino e gli disse di attaccare qualsiasi persona avesse tentato di entrare.

Terry lo fissò, come se avesse capito.

Invece per poco non gli staccò la mano sinistra a morsi.

E infine fuggì nel deserto.

Terry era un ribelle, a modo suo.

Lo era perché ribellarsi era la sua unica possibilità.

Anche gli uomini sono così: o sono schiavi di qualcuno o sono schiavi della libertà.

Sempre e comunque schiavi!

 

Ho sempre pensato che Terry sarebbe stato un perfetto abitante di Waco; solo, abbandonato, sconfitto, come tutti coloro che vivono qui.

Beh, forse non proprio tutti.

C’è sempre il vecchio Paul Bones… lui va alle esecuzioni solo per suonare la sua stupida armonica e lasciare una moneta nella cassa del cadavere.

Che il diavolo se lo porti!

 

Io personalmente credo nella Giustizia.

Intendiamoci, non credo in pezzetti di carta emanati centinaia di anni fa o nelle frasi che quell’idiota di un giudice pronuncia prima di mandare a morte un povero cristo.

La legge è solo per i codardi che non vogliono avere responsabilità.

Gli uomini sanno perfettamente cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma nascondono il proprio pensiero dietro cavilli in cui non credono affatto.

Così è più comodo per tutti: nessuna domanda, nessun rimorso.

Basta semplicemente attenersi ad un pezzo di carta… e così rubagalline come il povero Duke Devlin, settimana scorsa, muoiono senza nemmeno poter abbracciare la propria moglie e i propri figli.

E c’è pure chi ha anche il coraggio di dire: “ Giustizia è stata fatta!”.

Certe volte ti viene da pensare che alcune persone non sono altro che cadaveri incompleti.

 

Cos’è la Giustizia?

 

Di certo non è la legge.

Non è nemmeno l’utilità.

La Giustizia è l’uomo!

Giustizia è vivere inseguendo il proprio Destino, è essere liberi fino in fondo, è lasciare che i propri pensieri volino e non si fermino.

Giustizia è affermare sé stessi in ogni situazione.

Non è una questione di uguaglianza e di diritto.

Giustizia è tendere alla felicità fino all’estinzione di sé stessi o di tutti gli altri. Solo chi è felice, veramente felice, è nel giusto.

 

La legge è in errore? I criminali sono in errore?

Non ha importanza!

Non importa perché la Giustizia trionferà sempre e comunque!

Trionferà finché esisterà l’uomo, finché esisterà solo un uomo.

E non c’è forza nell’universo o nascosta divinità che possa fermare la Giustizia.

Io sono la Giustizia.

Io sono l’Uomo.

 

     Dalle “Memorie” di B. Black,

Giustiziere supremo di Waco

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